Il borgo della rocca

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Sul pianoro della rupe sorgeva fin da tempi preistorici l’insediamento che avrebbe dato vita al paese di Sestola. Dobbiamo quindi immaginarci un piccolo villaggio contadino con case, stalle, ricoveri per il bestiame, magazzini per il raccolto, pozzi, di cui se ne contano fino a 5 nel corso degli anni, e anche un edificio di culto: una chiesa.

La chiesa di Sestola sorse probabilmente  nel VII secolo d.C. come cappella bizantina dedicata a San Nicola vescovo di Mira. Ma la prima testimonianza scritta sulla sua esistenza è presente in un atto del 1114 d.C. riguardante una donazione di decime, da parte di alcuni Capitani del Frignano, in favore della chiesa stessa.

La primitiva cappella divenne un edificio in muratura di conci regolari, nel corso del XII o XIII secolo. Si tratta di un edificio di 11,40 x 16 metri, in stile romanico a navata unica, con finestrelle all’abside, finestre e porta laterale.

Negli anni la struttura subì varie modifiche: addossati alle pareti laterali vennero eretti altari coperti, a mo’ di baldacchino, da volte a crociera sorrette da peducci e colonne. Del vecchio edificio sono rimasti soltanto la parete posteriore e piccoli tronconi delle colonne. 

Nel ricavare le piccole cappelle laterali si sono create due intercapedini dove si trovano, nascosti alla vista, parte degli affreschi.

Sul finire del XV secolo le pareti di fondo, l’emiciclo e la volta dell’abside vennero completamente affrescati dal pittore lucchese Tommaso Ribecchino, in particolare tra il 1494 e il 1497, con un ciclo pittorico comprendente il Cristo pantocratore, gli Apostoli, gli Evangelisti, due madonne con bambino ed una serie di Santi.

Nel 1697, dopo che il nuovo Borgo di Sestola si era sviluppato ai piedi della rupe ed era stata eretta una nuova parrocchiale, la chiesa di Rocca fu ridotta  a semplice oratorio e dunque  nella forma attuale:  a pianta a croce con due sole cappelle laterali, ricavate ex novo. Durante i lavori parte degli affreschi quattrocenteschi andarono distrutti, mentre altri rimasero nascosti dalle nuove strutture delle cappelle, all’ interno di un’intercapedine che si venne a creare.

Questi sono stati riscoperti nel 1993 ed oggi, resi nuovamente visibili, sono in fase di restauro.


THE HAMLET OF THE FORTRESS

Since prehistoric times, on the plateau of the cliff stood the settlement that would have given life to Sestola. We must therefore imagine a small peasant village with houses, stables, livestock shleters, harvest warehouses, wells (up to 5 over the years), and also a religious building: a church.

The church of Sestola was probably built in the seventh century A.D. as a Byzantine chapel dedicated to Saint Nicholas Bishop of Mira. However, we find the first written testimony on its existence in a document dated 1114 A.D. concerning a donation of tithes, by some Captains of Frignano, to the church itself.

During the twelfth or thirteenth century, the primitive chapel became a masonry building of regular ashlars. Specifically, it is a building of 11.40 x 16 meters, in Romanesque style with a single nave, small windows in the apse, windows and side door.

The structure underwent various modifications over the years: altars were built against the side walls, covered with cross vaults supported by corbels and columns, as a baldachin. Only the rear wall and small sections of the columns remained of the old building. 

While obtaining the small side chapels, two cavities were created, where there are part of the frescoes hidden from view.

Around the end of the fifteenth century the back walls, the hemicycle and the apse vault were completely frescoed by the painter Tommaso Ribecchino from Lucca. In particular, between 1494 and 1497, he created a pictorial cycle including the Christ Pantocrator, the Apostles, the Evangelists, two Madonnas with Child and a series of Saints.

In 1697, after the new village of Sestola had already developed at the foot of the cliff and a new parish church had been built, the church of the Fortress remained a simple oratory in this current structure: a cross plan with only two side chapels, obtained from scratch. Part of the fifteenth-century frescoes were destroyed during the construction, while others remained hidden inside a cavity after the new structures of the chapels were created. These were rediscovered in 1993: they can now be admired again and are also being restored.

Associazione Culturale E' Scamàdul
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